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Azione Epatoprotettiva del Reishi

Il fegato svolge un ruolo centrale di regolazione del metabolismo corporeo e anche un ruolo importante nell’eliminazione di sostanze di scarto e tossiche dall’organismo. Danni al fegato e intossicazioni possono essere causati da molti xenobiotici, come alcool e molti farmaci, malnutrizione, infezioni e anemia[1,2]. I danni a carico del fegato sono molto diffusi e, nella maggior parte dei casi, comporta la formazione di stress ossidativo con progressiva evoluzione da steatosi a epatite cronica, fibrosi, cirrosi e carcinoma epatocellulare[3]. I funghi medicinali, da sempre ingiustamente considerati dannosi per la salute del fegato, svolgono un interessante ruolo epatoprotettivo; i metaboliti secondari dei funghi come i composti fenolici, terpeni e steroidi e componenti essenziali della parete cellulare come polisaccaridi, b-glucani e proteine, svolgono un’azione benefica sul fegato. Tra funghi, Ganoderma lucidum è indubbiamente la specie più ampiamente studiata e con i risultati migliori.

L’attività epatoprotettiva dei peptidi del Ganoderma lucidum è stata valutata contro la lesione epatica nei topi, D-galattosamina (D-GalN)-indotta. I peptidi del Reishi sono stati somministrati tramite sonda gastrica giornalmente per due settimane alle dosi di 60, 120 e 180 mg/kg, rispettivamente. Il danno epatico indotto da D-GalN si è manifestato con un aumento significativo nell’attività degli enzimi di marcatura (AST, ALT) nel siero, dei livelli aumentati di MDA nel fegato, dalla diminuzioni significativa dell’attività della SOD e del livello di GSH nel fegato. Il pretrattamento dei topi con peptidi di Reishi hanno mantenuto questi parametri tra valori normali.

Questi risultati biochimici sono stati completati da esame isto-patologico delle sezioni del fegato. I migliori effetti epatoprotettivi dei peptidi sono stati osservati dopo il trattamento con la dose di 180 mg/kg, come dedotto dai parametri biochimici e dagli esami isto-patologici del fegato. I risultati di questo studio hanno rivelato che i peptidi di Ganoderma lucidum possono produrre una diminuzione significativa della lesione epatocellulare indotta da D-GalN[4].

Un altro studio molto interessante ha messo in relazione l’effetto epatoprotettivo del Ganoderma lucidum contro l’epatotossicità acuta indotta da intossicazione di etanolo in ratti Sprague-Dawley. Il trattamento con Reishi ha ridotto le alterazioni istologiche, causa di danno epatico acuto indotto da etanolo, e ha ridotto significativamente l’aumento dell’enzima alanina aminotransferasi (ALT); non vi è stata una significativa riduzione dei livelli di aspartato aminotransferasi (AST). Ha anche migliorato in modo significativo i livelli di superossido dismutasi (SOD) e l’attività dell’enzima catalasi (CAT). Lo studio ha suggerito che il trattamento con Ganoderma lucidum è efficace nella protezione contro danno epatico acuto indotto da etanolo nei ratti, modulando l’attività degli enzimi che metabolizzano l’etanolo e attenuando lo stress ossidativo[5].

Fonti bibliografiche:

        1. Mroueh, M.; Saab, Y.; Rizkallah, R. Hepatoprotective activity of Centarium erythraea on acetaminophen-induced hepatoxicity in rats. Phytotherapy Res. 2004, 18, 431–433.
        2. Gowri-Sankar, N.L.; Manavalan, R.; Venkappayya, D.; Raj, C.D. Hepatoprotective and antioxidant effects of Commiphora berryi (Arn) Engl bark extract against CCl4-induced oxidative damage in rats. Food Chem. Toxicol. 2008, 46, 3182–3185.
        3. Kodavanti, P.R.; Joshi, U.M.; Young, Y.A.; Meydrech, E.F.; Mehendale, H.M. Protection of hepatotoxic and lethal effects of CCl4 by partial hepatectomy. Toxicol. Pathol. 1989, 17, 494–505.
        4. Shi, Y.; Sun, J.; He, H.; Guo, H.; Zhang, S. Hepatoprotective effects of Ganoderma lucidum peptides against D-galactosamine-induced liver injury in mice. J. Ethnopharmacol. 2008, 117, 415–419.
        5. Jang SH, Cho SW, Yoon HM, Jang KJ, Song CH, Kim CH. Hepatoprotective Evaluation of Ganoderma lucidum Pharmacopuncture: In vivo Studies of Ethanol-induced Acute Liver Injury. J Pharmacopuncture. 2014 Sep;17(3):16-24. doi: 10.3831/KPI.2014.17.022.

Azione Antiallergica del Reishi

L’uso medicinale di funghi ha una lunga tradizione nei paesi asiatici, mentre il loro impiego in occidente è in leggero aumento a partire da questi ultimi decenni. L’edizione della nuova rivista scientifica International Journal of Medicinal Mushrooms (Begell house, Editor-in-Chief S. P. Wasser), diversi libri e recensioni sui funghi medicinali[1-6] e conferenze internazionali su questo argomento confermano questa tendenza. Il valore di mercato dei funghi medicinali e degli integratori alimentari derivanti in tutto il mondo è stato stimato essere circa 1,2 miliardi di dollari nel 1991[7] e di 6 miliardi nel 1999[8].

Il termine “Fungo”non rappresenta una categoria tassonomica, ma dovrebbe essere usato secondo la definizione di Chang e Miles come “un macrofungo con un corpo fruttifero distintivo che può essere sia ipogeo o epigeo, grande abbastanza per essere visto ad occhio nudo ed essere raccolto a mano”[9]. Da un punto di vista tassonomico, principalmente i basidiomiceti, ma anche alcune specie di ascomiceti, appartengono ai funghi. I Funghi costituiscono almeno 14.000 e forse fino a 22.000 specie conosciute. Il numero di specie di funghi sulla terra è stimato essere all’incirca 140.000, il che suggerisce che solo il 10% sono noti. Supponendo che la percentuale di funghi utili tra quelli sconosciuti e non ancora esaminati sia solo del 5%, questo implica che 7.000 specie ancora sconosciute potrebbero essere benefiche per l’umanità[10]. Detto questo, sappiamo che i funghi attualmente conosciuti hanno diverse proprietà: sono in grado di combattere la proliferazione tumorale[11], le infezioni virali e batteriche[12] e proteggono il nostro organismo dall’azione dei radicali liberi che provocano stress ossidativo[13]. Sebbene molti estratti fungini siano in grado di stimolare il sistema immunitario, alcuni sopprimono la risposta immunitaria, ma questo grazie all’azione adattogena in possesso dei funghi. Questo potrebbe essere molto interessante, ad esempio, per il trattamento di malattie allergiche e l’infiammazione sistemica che stanno aumentando in tutto il mondo.

L’Infiammazione acuta è il risultato di un complesso di trasduzione del segnale che protegge e guarisce il nostro corpo ed è necessario per la nostra salute e il nostro benessere. Va considerato che l’infiammazione cronica può essere correlata con l’inizio di una varietà di disturbi di carattere autoimmune (artrite reumatoide, lupus sistemico e polimialgia), reumatico e di altre malattie come l’asma, malattie infiammatorie intestinali, disturbi cardiovascolari, colite ulcerosa e morbo di Crohn. Inoltre, l’infiammazione è stata associata con l’insorgenza di vari tipi di cancro. Un farmaco anti-infiammatorio efficace dovrebbe essere in grado di inibire lo sviluppo di infiammazione cronica senza interferire nella normale omeostasi. Un certo numero di farmaci a base di erbe sono stati identificati in passato che hanno come bersaglio le citochine infiammatorie.

Gli estratti etanolici dei funghi commestibili H. marmoreus, F. velutipes, Pholiota nameko e Pleurotus eryngii hanno mostrato significativi effetti antiallergici nei topi (allergia indotta da oxazolone)[14]. Alcuni composti estratti dal G. lucidum, Acidi Ganoderici C e D e Ciclottasolfuro, inibiscono il rilascio di istamina dai mastociti di ratto[15,16]. Mangiando il Tricholoma populinum si è riusciti a portare alla regressione di gravi sintomi allergici in un paziente con tromboangioite obliterante ed in un altro paziente con orticaria. Gli effetti possono essere confermati in modelli animali e come primo responsabile è stato identificato un perossido dell’ergosterolo[17, 18]. Tra tutti questi, però, il più efficace è sicuramente il Reishi, un potente fungo medicinale in possesso di capacità immunomodulanti e immunopotenzianti[19].

Fonti bibliografiche:

  1. Hobbs C. Medicinal Mushrooms. Santa Cruz: Botanica Press; 1995.
  2. Lelley J. Die Heilkraft der Pilze. Berlin: ECON-Verlag; 1997.
  3. Lindequist U. Ganoderma. In: Schneider G, Hänsel R, Blaschek W, editors. HAGERs Handbuch der Pharmazeutischen Praxis. Berlin, Heidelberg, New York: Springer-Verlag; 1998. pp. 750–61. (in German)
  4. Lindequist U. Lentinula. In: Schneider G, Hänsel R, Blaschek W, editors. HAGERs Handbuch der Pharmazeutischen Praxis. Berlin, Heidelberg, New York: Springer-Verlag; 1998. pp. 61–71. (in German)
  5. Lindequist U. Schizophyllum. In: Schneider G, Hänsel R, Blaschek W, editors. HAGERs Handbuch der Pharmazeutischen Praxis. Berlin, Heidelberg, New York: Springer-Verlag; 1998. pp. 528–34. (in German)
  6. Stamets P. Growing Gourmet and Medicinal Mushrooms. Berkely: Ten Speed Press; 2000.
  7. Chang ST. Mushroom research and development—equality and mutual benefit. In: Royse DJ, editor. Proceedings of the 2nd International Conference on Mushroom Biology and Mushroom Products. Pennsylvania State University; 1996. pp. 1–10.
  8. Wasser SP, Nevo E, Sokolov D, Reshetnikov S. Timot-Tismenetsky M. Dietary supplements from medicinal mushrooms: diversity of types and variety of regulations. Int J Med Mushrooms. 2000;2:1–19.
  9. Chang ST, Miles PG. Mushrooms biology—a new discipline. Mycologist. 1992;6:64–5.
  10. Hawksworth DL. Mushrooms: the extent of the unexplored potential. Int J Med Mushrooms. 2001;3:333–7.
  11. Ren L, Perera C, Hemar Y. Antitumor activity of mushroom polysaccharides: a review. Food Funct. 2012 Nov;3(11):1118-30. doi: 10.1039/c2fo10279j.
  12. Brandt CR, Piraino F. Mushroom antivirals. Recent Res Dev Antimicrob Agents Chemother. 2000;4:11–26.
  13. Mau JL, Lin HC, Chen CC. Antioxidant properties of several medicinal mushrooms. J Agric Food Chem. 2002 Oct 9;50(21):6072-7.
  14. Sano M, Yoshino K, Matsuzawa T, Ikekawa T. Inhibitory effects of edible higher basidiomycetes mushroom extracts on mouse type IV allergy. Int J Med Mushrooms. 2002;4:37–41.
  15. Kohda H, Tokumoto W, Sakamoto K, Fujii M, Hirai Y, Yamasaki K, et al. The biologically-active constituents of Ganoderma lucidum (Fr) Karst—histamine release-inhibitory triterpenes. Chem Pharm Bull. 1985;33:1367–73.
  16. Tasaka K, Mio M, Izushi K, Akagi M, Makino T. Anti-allergic constituents in the culture medium of Ganoderma lucidum. (II). The inhibitory effect of cyclooctasulfur on histamine release. Agents Actions. 1988;23:157–60.
  17. Lindequist U, Teuscher E, Wolf B, Völsgen A, Hoffmann S, Kutschabsky L, et al. Isolierung, Charakterisierung und Strukturaufklärung eines immunsuppressiv wirksamen Inhaltsstoffes aus Tricholoma populinum LANGE. Pharmazie. 1989;44:165. (in German)
  18. Kreisel H, Lindequist U, Horak M. Distribution, ecology and immunosuppressive properties of Tricholoma populinum (Basidiomycetes) Zentralbl Mikrobiol. 1990;145:393–6.
  19. Bhardwaj N, Katyal P, Sharma AK. Suppression of inflammatory and allergic responses by pharmacologically potent fungus Ganoderma lucidum. Recent Pat Inflamm Allergy Drug Discov. 2014;8(2):104-17.

BOL D’AIR JACQUIER – OSSIGENAZIONE BIOCATALITICA

L’Ossigenazione Biocatalitica, metodo René Jacquier®

Il ‘Bol D’Air Jacquier®’ è un metodo unico per
migliorare l’ossigenazione cellulare in maniera semplice e naturale, senza creare né iperossigenazione, né  produzione di radicali liberi.

Si tratta di un metodica 100% naturale

La prassi dell’integrazione respiratoria con il metodo “Bol d’Air Jacquier” è un nuovo e rivoluzionario concetto di integrazione che utilizza la via inalatoria per introdurre terpeni naturali derivati dalla resina del Pinus Pinaster ed attivati attraverso un processo di perossidazione.

Respirare per alcuni minuti davanti a uno di questi apparecchi corrisponde ad una lunga passeggiata in una foresta di pini, in piena estate, quando fa molto caldo e c’è il sole.Con il calore le essenze dei pini si diffondono nell’atmosfera dove vengono perossidati dai raggi del sole.

Allergie, disturbi metabolici, nuove patologie, sindrome da affaticamento cronico, apena notturna, stress… e se una parte della soluzione a tutto ciò si trovasse in una migliore ossigenazione cellulare? Studi recenti hanno dimostrato il ruolo prevalente dell’ipossia (mancanza di ossigenazione cellulare) in molte delle patologie odierne.

Le previsioni statistiche evidenziano che nel 2020 una persona su due sarà allergica ed i bambini saranno le prime vittime! Secondo l’OMS questa affezione risulta essere al quarto posto tra le malattie croniche più frequenti.

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Il Bol d’Air Jacquier e l’ossigenazione cellulare

Basta sedersi davanti ad un apparecchio “ Bol d’air Jacquier” e respirare con calma il flusso d’aria per introdurre in pochi minuti milioni di molecole di PaP.

Quest’aria arricchita percorre piacevolmente le vie respiratorie fino agli alveoli polmonari che rappresentano la soglia d’ingresso nel sangue.

A questo livello, poiché l’ossigeno è poco solubile nel plasma, per essere captato e trasportato nel sangue, ha bisogno di essere fissato dall’emoglobina contenuta nei globuli rossi, formando grazie al ferro il complesso ossiemoglobina.

I PaP inalati si legano anch’essi all’emoglobina del globulo rosso, per formare un complesso chiamato “perossiemoglobina”.

Tuttavia il PaP, una volta a contatto dei radicali prostetici dell’emoglobina del sangue sotto l’azione del ferro libera ossigeno attivo o monoatomico.

L’ossigeno monoatomico liberato è rapidamente utilizzato per migliorare le combustioni fisiologiche.

L’ossido rimarrà invece provvisoriamente legato all’emoglobina.

Il complesso ossido di alfapinene/emoglobina viene rapidamente riossigenato e ricostituisce la perossiemoglobina che, grazie alla sua instabilità, continua a liberare a vantaggio della respirazione cellulare ossigeno monoatomico.

(schema funzionamento dell’apparecchio Bol D’Air)

IL COMPOSTO TERPENICO SPECIALE BOL d’AIR

Pinus Pinaster (Pino marittimo o pino delle Lande)

Il composto speciale messo a punto dal laboratorio Holiste è garantito esente da δ-3 carene e proviene dalle lande francesi e dal Portogallo.

RACCOLTA PINUS PINASTER

I BENEFICI DEI PINENI

—I grandi medici dell’antichità utilizzavano l’olio essenziale (HE) del pino nelle malattie respiratorie, nella litiasi biliare, nella cistite, nella gotta e nelle nevralgie.
—In aromaterapia, l’HE viene utilizzato per uso esterno come antalgico, disinfettante, revulsivo e antiparassitario. Per uso interno come antireumatico, vermifugo, antireumatico, antispasmodico, emostatico, diuretico e nelle infezioni delle vie uro-genitali e polmonari.
—Un tempo i sanatori venivano costruiti nei boschi di pino, lontano dall’inquinamento, ad una certa altitudine e in posizione soleggiata.

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Rasayana: per rafforzare la Mente e il Corpo

Rasayana, un pilastro fondamentale della scienza ayurvedica, è la scienza che ci insegna a preservare e mantenere la nostra saluta anche in età avanzata. Non solo aggiunge anni alla vita, ma soprattutto vita agli anni

Gli  antichi testi definiscono il Rasayana come ciò che “…ha per suo scopo il prolungamento della vita umana, la freschezza e il ringiovanimento della memoria e degli organi vitali dell’uomo. […] ricette che rendono l’uomo in grado di trattenere la sua virilità e il suo vigore giovanile fino ad età avanzata e che servono generalmente a rendere il sistema umano invulnerabile alle malattie e alla decadenza” (Sushruta Sutra, I).

Rasayana della Maharishi Ayurveda, preziose ed antiche formulazioni utilizzate per ravvivare l’intelligenza e portare equilibrio al livello più profondo della mente e del corpo, utilizzando l’intelligenza della natura contenuta nelle piante.

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Rinite allergica

La rinite allergica, spesso chiamata anche “raffreddore da fieno”, è caratterizzata da una infiammazione delle mucose nasali scatenata dall’esposizione a una sostanza (allergene) a cui il sistema immunitario delle persone allergiche reagisce in modo improprio.

Le cause più frequenti di rinite allergica sono:

  • i pollini delle graminacee
  • i pollini di erbe infestanti, come l’ambrosia
  • l’acaro della polvere

Il più caratteristico sintomo della rinite allergica è rappresentato da un raffreddore con abbondante scolo di liquido limpido dal naso e dall’infiammazione delle mucose nasali a cui si associa una difficoltà di respiro.Le prime avvisaglie del disturbo sono spesso rappresentate da una serie di improvvisi starnuti.La congestione che colpisce inizialmente il naso si diffonde rapidamente agli occhi con lacrimazione, prurito e arrossamento della parte. Oltre al prurito, che può interessare anche le orecchie e il palato, possono manifestarsi anche colpi di tosse.

I nostri rimedi

Il Bol d’Air Jacquier

Rinite allergica – consigli naturali……

 RINITE ALLERGICA – LVS

Le giornate diventano piú lunghe e si sente giá qualche uccellino al mattino. Per poter gioire appieno di questi momenti veramente importanti della vita, la dott.ssa Veronica M. Piesch consiglia ai pazienti affetti da Rinite allergica di cominciare giá 1-2 mesi prima dell’esposizione all’allergene con la seguente terapia:

  • Rimedio base: LVS n. 24

1-2 settimane prima dell’esposizione al rispettivo allergene inalativo si aggiunge il

  • Rimedio specifico: LVS n. 22

POSOLOGIA

Bambini  1-5 anni 2-3 volte/d, 5 gtt/volta
Bambini 5-10 anni 2-3 volte/d, 10 gtt/volta
Ragazzi 10-15 anni 2-3 volte/d, 15 gtt/volta>
Adulti, costituzione ‘normale’ 2-3 volte/d, 20-30gtt/volta
Adulti, costtuzione  ‘forte’ 3 volte/d, 30-40gtt/volta

Terapia additiva in caso di reazione acuta dopo l’esposizione al rispettivo allergene inalativo:

  • LVS n. 22: ogni 30 min ( adulti: 20 gtt, bambini 5-15 gtt)
  • LVS n. C 94: frizionare 7 gtt nella fossa cubitale dx e 7 gtt nella fossa cubitale sx (2-3 volte,a distanza di 30 min)

Polipi nasali/sinusite cronica/sindromi influenzali nel periodo della rinite allergica:

In caso di mucose orofaringee infiammate e/o gonfie nel periodo di presenza e contatto con allergeni: consiglio in combinazione alla suddetta terapia base con la n. 24, una terapia disinfiammante e sgonfiante con LVS n. 11 nel caso delle mucose orofaringee, e LVS n. 20 in presenza di sinusite e/o mucose dei seni paranasali cronicamente infiammate e gonfie, di almeno 1-2 settimane per 3 volte/d.
Nel caso di un attacco di rinite acuto, si aggiunge LVS n. 22.

Consigli generali:

  • eliminare/ridurre proteine animali, specialmente carni di maiale e latticini
  • alimentazione integrale biologica ricca di vitamine e sali minerali
  • movimento fisico regolare aerobico
  • gestione delle emozioni, in particolare delle aggressioni represse
  • contatti sociali gratificanti

RINITE ALLERGICA – MAHARISHI AYURVEDA

ALLEMAP

immagine ALLEMAP

Fisiologia dell’apparato respiratorio

Effetto fisiologico: Curcuma, Zenzero, Liquirizia, Cannella, Haritaki e Yavani agiscono favorevolmente sulla funzione digestiva. Zenzero, Cannella e Bibhitaki promuovono la regolarità del transito intestinale. Curcuma, Amalaki e Haritaki coadiuvano la funzione epatica.

La Tradizione Ayurvedica: Secondo la cultura ayurvedica questo preparato avrebbe la capacità di agire favorevolmente sul sistema immunitario, coadiuvare la funzione fisiologica della digestione, influendo favorevolmente sui naturali processi di eliminazione delle scorie; favorire la naturale eliminazione delle impurità organiche; assecondare le funzioni fisiologiche del fegato; permettere un corretto svolgimento della funzione fisiologica della respirazione non solo durante la stagione dei pollini ma, durante tutto l’anno.

UDANAMAP

immagine Udanamap

Fisiologica idratazione delle vie aeree

Effetto fisiologico: Vasa e Liquirizia agiscono favorevolmente sulla fluidità delle secrezioni bronchiali; Vidarikand agisce favorevolmente sulla funzionalità delle prime vie respiratorie.

La Tradizione Ayurvedica: Secondo la cultura ayurvedica questo preparato avrebbe la capacità di favorire il naturale mantenimento della carica energetica e promuove, inoltre, la funzione fisiologica dell’organo dell’udito e del cuore. Favorisce le funzioni fisiologiche dell’intestino.

 

BOL D’AIR JACQUIER

Curcuma, zenzero e cannella: scalda il tuo inverno con tutti i sapori del benessere

Tre spezie utilizzate da millenni ma attualissime.

La curcuma, amata dalle popolazioni orientali da oltre cinquemila anni, considerata spezia sacra in India e inserita tra i farmaci naturali della medicina Ayurvedica, è oggetto di approfonditi studi da parte della comunità scientifica internazionale. Il suo principio attivo, la curcumina, ovvero il pigmento che conferisce la marcata colorazione gialla alla polvere, è un potente antinfiammatorio (non dimentichiamoci che alla base del sovrappeso, diabete e patologie cardiovascolari c’è sempre una reazione infiammatoria del nostro organismo), regola i livelli di zucchero nel sangue e protegge il sistema cardiovascolare. Sono in corso, inoltre, degli studi che ne comprovano gli effetti positivi in presenza di patologie tumorali, sia dal punto di vista preventivo che di supporto alle terapie. Nei modelli animali è emerso che la curcumina sia in grado di ridurre lo stato infiammatorio non solo agendo direttamente, ma anche agendo attraverso alcune cellule del fegato e del pancreas. Alcune sperimentazioni sull’uomo hanno evidenziato un miglioramento significativo sulla glicemia: il suo consumo aiuterebbe infatti a stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue (in particolare nei soggetti diabetici) e a favorire l’aumento del colesterolo “buono” HDL. A livello del sistema cardiovascolare, e in particolare nei pazienti affetti da arteriosclerosi, porta a una riduzione del fibrinogeno, ovvero la proteina che partecipa ai fenomeni della coagulazione del sangue e i cui livelli elevati possono favorire la formazione di trombi nei vasi sanguigni.

Studi più avanzati della nutrigenomica hanno evidenziato anche che la curcumina agisce inibendo il gene Tor, ovvero uno dei geni implicati nell’invecchiamento. La curcuma, quando aggiunta ai cibi è inoltre un ottimo digestivo ed epatoprotettore. Sul fegato esercita un’importante azione disintossicante, supportando l’eliminazione delle tossine accumulate. La sua attività antinfiammatoria è importante anche in presenza di artriti, artrosi e infiammazioni a carico del sistema muscolare. Durante la stagione fredda aiuta a rinforzare il sistema immunitario grazie alla sua attività immunostimolante. Offre il massimo del suo potenziale terapeutico e preventivo quando viene associata al pepe nero (per le persone particolarmente sensibili è consigliato utilizzare il curry in quanto lo contiene insieme ad altre spezie “adiuvanti”) e all’olio che ne favorisce l’assorbimento a livello epatico.

La dose di curcuma in polvere che è possibile assumere quotidianamente è pari a circa due cucchiaini da caffè. Si può aggiungere a fine cottura nella pasta, nel risotto, nella carne e nelle verdure. In presenza di disturbi intestinali e di difficoltà digestive, si può utilizzare un cucchiaio di curcuma in una tazza di acqua calda bevendola a piccoli sorsi.

Lo zenzero, il toccasana che arriva da Oriente

Pianta originaria dell’Asia, è utilizzata da millenni in cibi e bevande per le sue indiscutibili proprietà digestive, diuretiche e antibatteriche. Queste caratteristiche sono state evidenziate in numerosi studi clinici, che hanno confermato gli usi tradizionali di questa meravigliosa spezia. Nella moderna fitoterapia lo zenzero è consigliato in presenza di difficoltà digestive accompagnate da bruciori di stomaco, nausea ed eruttazioni. I gingeroli, ovvero le oleoresine responsabili del sapore pungente dello zenzero (il cui meccanismo d’azione non sarebbe da ricercare a livello del sistema nervoso centrale, ma in un’azione a livello locale), svolgono una marcata e documentata azione antiemetica. Si ritiene che questa proprietà sia dovuta a un miglioramento della motilità intestinale. Alcuni studi hanno indagato l’efficacia dello zenzero nel controllo della nausea post operatoria e sembrerebbe addirittura più efficace rispetto ai trattamenti convenzionali. Ad esempio, l’utilizzo di 1000 mg/die di estratto di zenzero su un gruppo di donne (80 per la precisione) ha evidenziato, rispetto al gruppo placebo, una significativa riduzione della sintomatologia: la nausea, infatti, si è manifestata solo nel 30% dei soggetti femminili rispetto al 57,5% del gruppo che aveva assunto il placebo. Non solo, sembra che lo zenzero sia inoltre in grado di ridurre l’intensità e la durata degli attacchi.

Utilizzare quotidianamente zenzero durante la stagione fredda può aiutare l’organismo a ridurre la sintomatologia dolorosa a carico dell’apparato osteoarticolare e non solo. Quest’azione è attribuibile all’inibizione della ciclossigenasi e della 5-lipossigenasi, i due enzimi che portano alla formazione delle molecole infiammatorie.

Possiamo aggiungere lo zenzero alle tisane di fine pasto, oppure consumarlo per promuovere la ripresa e la risposta immunitaria durante le infezioni a carico non solo del tronco respiratorio, ma anche intestinale.

La cannella, una delizia anti-colesterolo

Infine, ecco le proprietà della deliziosa cannella, albero originario del Ceylon, dello Sri Lanka e dell’India. Si utilizza la corteccia del fusto e dei rami, privata delle parti più esterne e superficiali. Questa spezia svolge un’azione antibatterica e antifungina e promuove i processi digestivi (favorendo lo svuotamento gastrico e proteggendo lo stomaco dai danni dell’iperacidità). È inoltre antispasmodica, carminativa e antiossidante, e in grado di abbassare la febbre.

Nella cannella è stato individuato il polifenolo MHCP, a cui è stata attribuita la proprietà ipoglicemizzante. Il MHCP mima l’azione dell’insulina e, oltre ad essere sinergico con essa, ne attiva i recettori a livello cellulare. È stato condotto uno studio per dimostrare gli effetti benefici della cannella sulla salute, prendendo come campione 60 persone di mezza età affette da diabete di tipo 2. I partecipanti sono stati suddivisi in 6 gruppi: una metà ha assunto dosi di estratto di cannella via via crescenti ( il gruppo 1 assumeva 1 g/die, il gruppo 2 assumeva 3 g/die e il gruppo 3 6g/die), mentre gli altri solo dei placebo. La ricerca ha dimostrato che, dopo 40 giorni, in chi aveva assunto la cannella si poteva riscontrare una riduzione del 18-29% della media della glicemia a digiuno, del 23-30% del livello di trigliceridi, del 7-27% del colesterolo LDL e del 12-63% del colesterolo totale.

Nel gruppo placebo, invece, non sono stati osservati cambiamenti significativi.

La cannella si rivela ottima durante l’inverno grazie alle documentate azioni antibatteriche. I primi studi sul suo potere battericida risalgono addirittura al 1887. Fu un certo Chamberland ad individuare le capacità di eliminare i patogeni o di inibirne la replicazione, senza compromettere negativamente sulla flora batterica simbiotica dell’intestino umano. Infine, recenti studi svolti in vitro hanno dimostrato la capacità di inibire lo sviluppo dell’Helicobacter Pilori, agente responsabile di gastriti e ulcere.

La cannella in polvere, grazie al suo inconfondibile gusto dolce, può aiutarvi a ridurre la quantità di zucchero nella preparazione di dolci. Ottima per le mele cotte in acqua (adatte soprattutto alle persone che lamentano stipsi e gonfiori intestinali) oppure per la preparazione della classica torta di mele.

 

Debora Cantarutti

Divulgatrice scientifica, consulente nutrizionale esperta di nutraceutica e nutrigenomica. Docente per Sapere Academy (Milano) e ricercatrice indipendente Superfoods.  Master in Nutrizione Metodo Molecolare. Ideatrice e responsabile del progetto Scienza&Gusto. Socia del GSA, Giornalisti Specializzati Associati di Milano. 

È membro attivo del progetto Quartieri Tranquilli ideato da Lina Sotis, dove presta attività di consulenza ai cittadini per promuovere il corretto stile di vita in ambito nutrizionale. Relatrice nei showcooking organizzati per Expo 2015 e per la Milano Food Week.

Miglio: proprietà benefiche, nutrizionali e controindicazioni

Le proprietà benefiche, nutrizionali e le controindicazioni note del miglio sono diverse: questo alimento è, infatti, particolarmente prezioso per la salute dell’organismo e ciò lo ha reso famoso in tutto il mondo, nell’arco dei secoli. Questo cibo è stato dimenticato per molto tempo ma, fortunatamente, si sta riscoprendo insieme alle sue numerose proprietà alimentari e terapeutiche. Il miglio – il cui nome originario è Panicum Miliaceum – è un cereale appartenente alla famiglia delle Graminacee: si tratta di una pianta proveniente dall’Asia, ma che si è diffusa in molti Paesi del mondo. Una curiosità?

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